Non si può negare che l’Intelligenza Artificiale, i Large Language Models, gli strumenti di traduzione e i chatbot abbiano cambiato il nostro modo di vivere, apprendere e lavorare
In particolare, l’adozione di strumenti di AI come ChatGPT nell’insegnamento e nell’apprendimento ha diviso l’opinione pubblica, ma anche gli insegnanti stessi.
Da un lato c’è chi solleva preoccupazioni per il futuro dell’apprendimento delle lingue straniere, accusando l’AI di minare la motivazione degli studenti ( The End of Foreign-Language Education).
Dall’altro, c’è chi sostiene che l’AI non eliminerà la necessità di imparare le lingue. Al contrario, favorirà gli studenti facilitando l’apprendimento e rendendolo più accessibile, immersivo e personalizzato ( Why AI Is Not the End of Language Learning).
E voi cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza con l’uso di strumenti di AI nell’insegnamento delle lingue e delle competenze linguistiche? Fatecelo sapere nei commenti
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Come studente di lingua, forse ho bisogno di iniziare a utilizzare alcuni di questi strumenti!
Nella mia (limitata) esperienza come studente, ho scoperto che l’AI è principalmente utile per comprendere i contenuti (in particolare il contesto culturale che non è sempre direttamente traducibile). Ma può essere una stampella, ed è (per il momento) meno utile per aiutarmi a generare contenuti (cioè, parlando!).
Naturalmente le capacità dell’IA cambiano spesso, quindi chissà. Mi piacerebbe sentire cosa pensano gli altri
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Non insegno lingue, ma studio russo. A volte può essere difficile trovare una persona russofona con cui esercitarsi. In questo ChatGPT mi aiuta molto: dico quale regola grammaticale voglio esercitare e gli chiedo di impostare una conversazione per farmi fare pratica.
L’unica difficoltà che sto riscontrando è impostare il livello di difficoltà e fargli tenere conto del lessico che già conosco (o che non conosco).
Se avete consigli da darmi su questo sono tutta orecchie!
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La mia conoscenza dall’inglese è insufficiente per capire un testo, ci metterei troppo tempo, quindi per questa categoria di persone va bene, nel frattempo qualcosa in piu della lingua la apprendo anche con AI… Penso sia dannosa per i piccoli, che possono avere il tempo da dedicare e la plasticità cerebrale glieilo consente, oltre un certa età è sicuramente un elemento di facilitazione.
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Diciamo che non inizierei una carriera come traduttore o interprete…
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L’argomento proposto da @michela.redolfi è molto interessante (ho apprezzato il botta e risposta che si crea leggendo gli articoli citati), un po’ spinoso e rischia di essere molto polarizzante, come spesso succede con le novità.
Le lingue fanno parte del mio quotidiano da parecchio tempo ormai, come studentessa al liceo linguistico prima, all’università poi (tanto per cambiare mi sono iscritta a lingue) e da più di qualche anno insegno spagnolo nella secondaria di secondo grado.
Se dovessi imparare adesso una nuova lingua, non credo che penserei subito all’AI come strumento di supporto. Magari in una fase successiva sì, ma non in quella iniziale perchè essendo poco esperta non sarei in grado di valutare eventuali errori o inesattezze prodotte dalla macchina. Invece, cercherei subito un contatto (anche online) con un madrelingua perchè mi aiuterebbe ad immergermi nella cultura che ogni lingua porta con sè.
Come docente credo che la diffusione dell’AI ci obblighi a riflettere e a rivedere il nostro modo di insegnare in tempi molto rapidi. Piccolo aneddoto personale: l’anno scorso non potendo leggere in classe tutti gli elaborati dei miei studenti, avevo chiesto loro di condividerli in Classroom, così avrei avuto modo di restituirli corretti. Ecco, non appena sono arrivata a casa mi sono resa conto che non avevo preso in cosiderazione l’uso di chatGPT che diventava sempre più massiccio proprio in quei mesi. Risultato: ho passato il pomeriggio a leggere molti scritti elaborati da una macchina.
Riflessione: in quel caso c’era un errore di fondo da parte mia (non aver preso in considerazione il possibile uso dell’AI). Questo episodio mi ha portato a pensare che certi compiti, forse, non si possono più dare per casa perchè non risulterebbero più efficaci. Inoltre, (e questa è una domanda che rivolgo soprattutto ai colleghi che insegnano italiano) come si può insegnare a scrivere ai tempi dell’AI ? Sicuramente è una bella sfida per il prossimo futuro.
Concludo dicendo che la chiave è creare un uso consapevole degli strumenti tecnologici e non, e anche questa è un’altra bella sfida!
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Ciao @nicoletta.belli
anch’io ho i tuoi stessi interrogativi, anche se insegno lettere, ed ho pensato, soprattutto nel biennio (premetto alcune classi sono nuove per me), di partire con le basi, ovvero come si scrive un tema e come si realizza una mappa delle idee, una scaletta. Tu, sai meglio di me, che i ragazzi non hanno idee oppure sono idee molto povere. Dopo aver introdotto l’uso dell’AI, di come farsi aiutare attraverso una corretta interrogazione (prompt) usando per es. ChatGPT, elaborano proprio con l’AI la scaletta/mappa delle idee, cercando di rivedere il risultato ottenuto anche alla luce del proprio pensiero, attitudini (dipende dalla traccia).
Questo lavoro lo svolgono a casa, mentre in classe avviene il confronto, la discussione. Dopo un paio di esercizi svolti in questo modo, passerei all’elaborazione vera e proprio di una nuova traccia che sono liberi di organizzare a casa, come abbiamo fatto per le esercitazioni, ma che sarà svolta in classe avendo come unico supporto la mappa/scaletta.
Intendiamoci, la scaletta e la mappa non deve avere i contenuti del futuro tema come solitamente fanno i ragazzi quando ci presentano delle mappe concettuali.
Inoltre, quando spiego l’AI, spiego anche che esistono ottimi strumenti di AI che possono aiutare i docenti ad individuare gli elaborati “fake”.
Cosa ne pensi?
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Ciao @annamaria.bove,
il modo di procedere da te indicato, mi sembra equilibrato ed efficace nell’uso della tecnologia perchè permette di far riflettere i ragazzi sul fatto che l’AI è uno strumento di supporto e non sostituisce la cretività e il contributo personale.
Sicuramente si può adottare una metodologia simile anche per le lingue straniere, soprattutto quando sono ad un livello intermedio o avanzato.
Ricordo che l’anno scorso un collega di italiano, in una classe terza, aveva assegnato ad ogni ragazzo una novella del Boccaccio e il compito di interrogare l’AI su quella novella o sui personaggi (non ricordo i dettagli), dando poi una valutazione sull’efficacia, la qualità,etc… del prompt. Anche questo può essere un uso stimolante della tecnologia e sicuramente un compito non così banale.
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Certo @nicoletta.belli, molto interessante anche l’esercizio che ha assegnato il tuo collega. Anzi perché non lo inviti ad entrare. Più siamo e meglio è per confrontarci, per condividere idee, pensieri e tanto altro.
Buona giornata
Annamaria