Come da tradizione, anche per il 2024 è arrivato il momento della sua parola dell’anno.
L’Oxford Dictionary ha selezionato “Brain rot”. Il termine si riferisce al presunto deterioramento mentale causato da un consumo eccessivo di contenuti online, ritenuti superficiali o poco stimolanti
Da dove deriva questa parola
L’espressione è stata probabilmente coniata per la prima volta da Henry David Thoreau, che nel 1854 cercava di denunciare il declino dell’intelligenza umana.
All’epoca, ovviamente, non poteva immaginare di vederci passare il tempo a scrollare il telefono alla ricerca di video su TikTok…
Ma la storia non finisce qui. Molto tempo dopo di lui, si è pensato che il cervello stesse decadendo nelle persone che guardavano la televisione in quelle che andavano a ballare
e in chi si dedicava alla lettura di “storie” chiamate romanzi
Sebbene il significato di una parola possa evolversi nel tempo, riscoprirne le radici ci permette di guardare il presente con occhi diversi.
Lo scrittore Francesco Piccolo propone una riflessione controcorrente:
se un tempo il cervello marciva anche se si leggeva Guerra e Pace, “oggi i genitori supplicano i figli di guardare la tv insieme, e di spegnere il computer. Di conseguenza, un giorno diremo che il cervello marcirà per qualcosa che oggi non sappiamo ancora cosa sia, e opporremo a quella diavoleria la nostra commovente dedizione a vedere, in un tempo d’oro, i video con i coccodrilli che azzannavano i bisonti: a quel tempo sì che eravamo intelligenti.”
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