Dieci giorni fa ci ha lasciato Stefano Benni, autore amatissimo che ha saputo far ridere, commuovere e pensare intere generazioni di lettori. Il figlio, annunciandone la scomparsa, ha condiviso un desiderio che lo scrittore aveva espresso più volte: essere ricordato attraverso la lettura ad alta voce dei suoi racconti.
Benni era infatti legatissimo al reading come forma artistica: testi che prendono vita non solo sulla pagina, ma nella voce di chi legge e nell’ascolto condiviso, anche con sottofondi musicali.
Leggere ad alta voce non è soltanto espressione artistica, la ricerca scientifica ne evidenzia da tempo i benefici per l’apprendimento. Questo articolo ad esempio mette in luce diversi vantaggi, tra cui:
- rafforzare la comprensione (aiutando a cogliere ritmo, pause, intonazioni);
- favorire la partecipazione emotiva e collettiva, creando momenti di comunità;
- stimolare l’ascolto attivo e l’attenzione, abilità fondamentali anche per lo studio.
- arricchire il vocabolario, ampliando le risorse linguistiche utili sia nella scrittura che nell’espressione orale.
Hai mai proposto in classe momenti di lettura a voce alta? Raccontaci com’è andata nei commenti