Recuperare la pedagogia nell'educazione inclusiva

Riferimenti bibliografici

  • Meirieu, P. (2016). Recuperar la pedagogía. De lugares comunes a conceptos clave. Paidós.
  • Elizondo, C. (2024). Neurodiversidad. El funcionamiento del cerebro en la escuela inclusiva. Octaedro.

Parlare di recuperare la pedagogia è, come afferma Philippe Meirieu (2016), un gesto di insurrezione contro una scuola che tende a classificare e standardizzare. Significa riportare al centro il senso umano ed etico dell’educazione, anche nell’ambito dell’orientamento scolastico.

Fare educazione inclusiva non è applicare protocolli né produrre diagnosi. È accompagnare processi umani complessi, incerti e sempre unici. Non siamo giudici, né clinici, né semplici gestori di adattamenti: siamo accompagnatori nel cammino dell’inclusione. Il nostro compito è sostenere e dare significato all’esperienza scolastica, con sguardo giusto e compassionevole.

Recuperare la pedagogia significa anche rifiutare la funzione classificatoria dell’orientamento. Meirieu (2016) avverte che l’individualizzazione può diventare una forma di gestione tecnocratica delle differenze. Quando riduciamo gli studenti a diagnosi o numeri, perdiamo la loro umanità. Come ricorda Elizondo (2024), una persona non è mai solo un referto: ridurla al proprio disturbo significa negarle il diritto di essere se stessa.

La pedagogia, scrive ancora Meirieu, è l’arte di far incontrare il soggetto con la cultura. Per chi si occupa di costruire ponti tra identità e appartenenza, tra unicità e comunità. Non si tratta solo di “riconoscere l’altro”, ma di accoglierlo nella sua singolarità. Come sottolinea Elizondo, non si tratta di farne parte, ma di appartenere.

Credere nella pedagogia è credere nell’educabilità di tutti. Ogni studente ha diritto a un sostegno significativo, senza essere ridotto a un caso clinico. Adottare uno nuovo sguardo all’inclusione significa valorizzare la diversità dei funzionamenti cerebrali come parte della ricchezza umana.

Infine, recuperare la pedagogia è una scelta etica. Meirieu ci ricorda che la pedagogia non è un lusso: è il cuore della nostra responsabilità professionale. Ogni parola, ogni incontro, ogni relazione può essere una semina o un ostacolo.

Costruire ambienti inclusivi, significa allora, scegliere di stare dalla parte della giustizia educativa, dell’inclusione e della speranza.

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