L’articolo discute il concetto di neuromiti, in particolare l’idea degli stili di apprendimento (visivo, uditivo, cinestetico) e la loro mancanza di basi scientifiche. L’autore sottolinea che i cervelli non si sviluppano diversamente in base alle modalità sensoriali e non vi sono prove a sostegno dell’insegnamento secondo gli stili di apprendimento. L’articolo esplora interventi per sfatare questi miti, inclusi l’uso di prove scientifiche e riflessioni personali, e evidenzia la resistenza al cambiamento tra gli insegnanti a causa del bias di conferma. La conclusione sottolinea l’importanza di presentare i materiali didattici in vari formati basati sulla ricerca.
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