Ad Hoc Papers, vol. 1 — Lettura su carta, lettura su schermo

Come le modalità di lettura cambiano, si integrano e influenzano le abitudini, il linguaggio e l’apprendimento.

Dal cuore della ricerca FEM arriva un prodotto da scorrere o sfogliare: arrivano i paper “ad hoc” per esplorare con curiosità e rigore i grandi temi che toccano l’intelligenza collettiva. Il primo numero nasce dal lavoro del nostro team di Linguistica per scoprire come cambia la lettura quando passiamo dalla carta al digitale. E siamo entusiasti di condividerlo con voi!

È pubblicato in anteprima qui, per chi è affezionato ai nostri contenuti e frequenta la nostra community. Buona lettura, sul device che preferisci! :slight_smile:

Per citare questo paper:
Future Education Institute. Lettura su carta, lettura su schermo. Come le modalità di lettura cambiano, si integrano e influenzano le abitudini, il linguaggio e l’apprendimento (Paper n. 1, 2025).

A cura di Michela Redolfi e Matteo Socciarelli.
Comitato editoriale: Francesca Alloatti (Project Manager), Vincenza Galiano (grafica e impaginazione), Francesca Reggiani, Chiara Ferrari, Greta Calzolari (comunicazione e marketing), Donatella Solda e Damien Lanfrey (direzione scientifica).

Collana: Ad hoc — Papers for diving deep, when needed
Paper: 1/2025
Titolo: Lettura su carta, lettura su schermo
Area: Digital humanities
Ente: Future Education Institute
DOI: https://doi.org/10.63523/358rvw


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AdHoc Paper 1 - Lettura su carta lettura su schermo.pdf (2,9 MB)

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Premesse

Nel contesto odierno, il dibattito si divide tra chi sostiene l’uso prevalente di libri cartacei come strumenti insostituibili e chi invece spinge per un uso maggiore di strumenti digitali; nel mezzo, numerosi lettori rimangono nel dubbio sulla scelta tra l’accesso sterminato e istantaneo di molteplici forme informative e il riferimento a forme strutturate, stabili e tangibili incorporate su un supporto cartaceo.

Non si tratta di una semplice preferenza rispetto al mezzo: l’esito della discussione avrebbe infatti un forte impatto sull’efficacia dell’apprendimento. Oggi, la possibilità di poter scegliere supporti differenti oltre a quello cartaceo solleva la domanda di quale sia il metodo migliore per comprendere il testo; in altre parole, come è meglio leggere?

C’è un modo migliore di leggere?

Così come la forma influenza il contenuto, il mezzo amplifica l’esperienza di lettura da vari punti di vista, dalla durata dell’ attenzione alla vastità dei testi di cui possiamo fruire simultaneamente. Ad esempio, un supporto digitale permette di godere di un testo ricco di informazioni ed elementi multimediali. D’altro canto, l’abbondanza di contenuto potrebbe risultare deleteria per chi sta imparando a leggere: un’eccessiva quantità di informazioni può distrarre, e l’immediatezza di un’immagine può scavalcare la necessità di soffermarsi per comprendere la parola scritta.

Se però il mondo odierno offre sempre più una comunicazione integrata, dove testo e elementi multimediali si incrociano, insegnare ai lettori a comprendere questi testi “misti” è diventato centrale. Questo significa che la comprensione del testo si deve misurare non più soltanto sul testo cartaceo scritto, ma anche sui contenuti digitali e multimediali.

Il dibattito potrebbe ancora andare avanti, poiché ciascuna posizione solleva obiezioni ragionevoli, a cui è difficile dare una risposta netta. Questo è ancor più vero trattandosi di un fenomeno recente, per il quale i risultati di studi longitudinali sono ancora attesi.

Qualche dato certo però esiste: la ricerca, sia accademica che applicata, ha indagato il fenomeno e ha fatto emergere potenzialità e limiti di ciascun supporto. Come spesso accade la soluzione del dilemma non è quindi “solo libri cartacei” o “d’ora in poi solo e-book”; alla domanda “come è meglio leggere?”, la risposta è dipende (e, quando parliamo di apprendimento, dipende dall’obiettivo didattico)”.

Contesto

Nel XXI secolo la lettura va ben oltre la carta stampata, abbracciando una varietà di formati digitali. La lettura su schermo non è solo una versione digitale della pagina tradizionale, ma una pratica che introduce dinamiche specifiche legate all’interattività e alla fluidità dei contenuti. Così, inevitabilmente, cambia il nostro rapporto con il testo e di conseguenza cambiano le abilità richieste per una lettura efficace.

In un’epoca in cui gli schermi dominano la nostra quotidianità, il fascino intramontabile della lettura su carta continua a offrire vantaggi sorprendenti per la comprensione. Numerosi studi evidenziano come, a parità di tempo, la lettura su carta favorisca sia la comprensione che la memorizzazione delle informazioni (Delgado et al., 2018, Altamura et al., 2023). Questo effetto è particolarmente significativo nei testi espositivi e informativi, per i lettori meno esperti e in situazioni che richiedono lettura sotto pressione (Liao et al., 2024). Inoltre, riguarda anche i nativi digitali (Delgado et al., 2018, Støle et al., 2020).

Le ragioni alla base di queste differenze sono tuttora oggetto di indagine scientifica. Una delle ipotesi principali riguarda la tendenza a sovrastimare le proprie prestazioni di lettura sullo schermo (Halamish & Elbaz, 2020; Ronconi et al., 2022), portando i lettori a concentrarsi di meno sul testo digitale rispetto al testo cartaceo (Jeong & Gweon, 2021, Nardi, 2022). Al contempo, si osserva una progressiva riduzione della capacità collettiva di mantenere l’attenzione (Hari, 2022) accompagnata da un aumento dell’attenzione divisa, ovvero la capacità di gestirepiù compiti contemporaneamente, a scapito della comprensione profonda del testo (Uncapher & Wagner, 2018).

D’altro canto, i formati digitali offrono vantaggi innegabili, ad esempio permettendo di accedere a intere biblioteche su più dispositivi, ed eliminando il peso fisico dei libri, spesso a costi più contenuti. Inoltre, lo schermo permette di adattare la grandezza del font e la luminosità dello schermo, offrendo un’esperienza di lettura più personalizzata e adatta alle esigenze individuali.

Con l’aumento dell’uso della tecnologia e di dispositivi digitali più pervasivi, quindi, sviluppare competenze di lettura digitale è diventato fondamentale per il successo scolastico e professionale.

La lettura nel XXI secolo non è più limitata alla sola pagina stampata; sempre più spesso, l’accesso alle informazioni avviene attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone (cioè, attraverso la lettura digitale).
Ocse PISA, 2022

Cosa si intende per lettura digitale?

La lettura digitale è un processo che coinvolge l’interazione con testi su schermi di dispositivi digitali, caratterizzato da una serie di variabili che influenzano l’esperienza di lettura, come l’ergonomia, il design dell’interfaccia, e il contesto di utilizzo. Non è semplicemente una trasposizione della lettura tradizionale su carta, ma comporta dinamiche cognitive specifiche, come la gestione delle distrazioni e l’adattamento a un ambiente interattivo che può includere ipertesti, immagini e altre forme multimediali.

Per capire quali siano questi tratti cognitivi, occorre innanzitutto esaminare quali caratteristiche presentino i testi online (Carioli, 2013):

  • Ipertestualità e frammentazione — L’organizzazione dei documenti è di tipo reticolare, con contenuti frammentati.

  • Dinamicità e fluidità — I testi online sono oggetto di potenziale aggiornamenti costanti, di facile correzione, e di possibile inserimento di commenti.

  • Ipermedialità — Presentano un’inedita commistione di codici, alfabetico, iconico/visivo, video, audio, ecc.

  • Interattività — La persona che legge è chiamata direttamente in causa perché obbligata a scelte reiterate nel procedere all’interno di testi da esplorare e perché può intervenire con commenti o modifiche.

  • Intertestualità — Il testo trattato è esito dell’attraversamento e dell’integrazione di informazioni provenienti da varie pagine, da vari siti e da vari generi testuali. I generi testuali possono essere distinti in termini di formati: continui (come la prosa e la poesia), non continui (box, tabelle, grafici) misti (commistione fra i primi due), multipli (provenienti da diverse fonti), e in termini di strutture retoriche (narrativa, descrittiva, informativa, argomentativa).

  • Incertezza sulla qualità delle informazioni — La disintermediazione e l’anonimato tipiche di Internet rendono disomogeneo il livello qualitativo dell’informazione.

  • Ubiquità — Il testo collocato su un server è istantaneamente accessibile da qualunque luogo.

Ne consegue che la lettura mediata da strumenti tecnologici cambi il nostro approccio al testo. Le tecnologie non ci costringono a cambiare, ma sono progettate per permetterci ed invogliarci a farlo. Se da un lato la carta stampata favorisce la lettura lineare, cioè il seguire il testo dall’inizio alla fine, dall’altro, gli schermi permettono una “scrematura” (skimming, lettura veloce per individuare le idee principali di un testo) e una “scansione” (scanning, leggere saltando tra le righe alla ricerca di informazioni precise) più rapide che sulla carta. Ma distinguere in modo così netto sarebbe semplicistico.

Quante persone iniziano un libro sfogliando tra le varie sezioni o abbandonandolo a metà?

Le tecnologie non ci costringono a cambiare, ma sono progettate per permetterci ed invogliarci a farlo.


Lineare

La lettura lineare è il metodo tradizionale di lettura, cioè il seguire il testo dall’inizio alla fine con attenzione. È il modo che scegliamo per comprendere a fondo e capire i dettagli e i significati nascosti di testo.

Skimming

Lo skimming consiste nel leggere rapidamente il testo per cogliere le idee principali. È il modo che scegliamo per ottenere una visione d’insieme senza approfondire troppo.

Scanning

Lo scanning consiste nel saltare velocemente tra le righe, cercando dati precisi, numeri o nomi. È il modo che scegliamo per trovare informazioni specifiche in un testo.


Altra dicotomia applicata alla lettura è quella tra la lettura di un singolo testo e la iper-lettura. La prima, tipicamente associata alla carta, prevede una lettura più ponderata, lenta e profonda guidata da un testo statico. L’iper-lettura, di contro, caratterizza la vita online del nostro modo di leggere. È una lettura in parte “scelta” proattivamente dal lettore che ricerca, screma e legge — a seconda del suo interesse, delle conoscenze pregresse e della motivazione — seguedo collegamenti ipertestuali.

Iper-lettura

“Una risposta strategica a un ambiente ad alta intensità di informazioni, che punta a mantenere l’attenzione identificando rapidamente le informazioni rilevanti in modo che solo un numero relativamente limitato di parti di un testo sia effettivamente letto”.
Katherine Hayles

Tali azioni vengono messe in pratica dai lettori a scuola, al lavoro e soprattutto nella loro vita quotidiana: poiché il consumo dei contenuti in formato digitale è di fatto la norma, queste modalità di approccio al testo vengono trasferite anche nei confronti del supporto cartaceo. Secondo Naomi Baron, professoressa emerita di Linguistica all’American University di Washington DC, i lettori odierni trasferiscono la loro “mentalità digitale nella lettura” su carta, compiendo il percorso contrario di un paio di generazioni precedenti, dove dalla preponderanza del cartaceo si è passati via via a un consumo sempre più intenso del digitale (Baron, 2021).

Dinamiche tipiche della lettura digitale

Scrematura

volontà di muoversi velocemente all’interno di un testo per capire se vale la pena leggerlo approfonditamente.

Multitasking

si legge mentre si fa anche altro (ascolto di musica, acquisti online, uso dei social)

Focus sull’informazione e non sui concetti

È il risultato della comodità del “trova” sui testi digitali o della risposta dei motori di ricerca o dell’AI

Velocità di lettura

si legge più velocemente in digitale, poichè la carta richiede più attenzione, spesso a discapito della comprensione

Portare su carta le abitudini acquisite nella lettura digitale è dannoso?

Da una prima analisi potrebbe sembrare che questo “trasferimento di mentalità” abbia solo risvolti negativi.

Non è così: molte volte la lettura su carta viene “aumentata” in maniera spontanea da chi legge, per esempio cercando su Google Maps i luoghi in cui è ambientata una storia, ascoltando su Spotify una canzone o un artista citato nel testo, cercando l’immagine di un dipinto o un’opera menzionati (Roncaglia, 2021).

L’abitudine a fruire in maniera “iper” del testo rimane come pratica anche quando il testo da solo non lo permetterebbe, sollecitando chi legge ad approfondire, a creare cioè in autonomia i collegamenti ipertestuali.

Se carta e schermo offrono esperienze di lettura complementari, è importante ricordare che leggere non equivale ad apprendere.

L’apprendimento si verifica solo quando si raggiunge una comprensione profonda del testo, ovvero la capacità di costruire una rappresentazione mentale del contenuto —parole, frasi e paragrafi—che trascenda la forma linguistica specifica in cui è stato scritto.

Mentre le parole esatte possono essere dimenticate, ciò che persiste è il significato, il vero fondamento dell’apprendimento. Non solo, la comprensione coinvolge una serie di processi cognitivi essenziali, fondamentali sia per interpretare il testo in modo autonomo, sia per affrontare contenuti complessi.

Questi processi comprendono la capacità di interrogare il testo, formulare previsioni, trarre inferenze e stabilire collegamenti significativi. Si passa così dalla lettura alla concettualizzazione, dall’integrazione delle nuove informazioni con le conoscenze pregresse fino alla loro consolidamento nella memoria (Rizzo et al., 2023, Traversetti & Rizzo, 2024).

Quale strategia di lettura è più efficace?

Esistono diverse strategie di lettura efficaci, che cambiano in base al grado di esperienza del lettore, ma condividono un principio comune: la comprensione del testo è un processo interattivo che richiede una relazione reciproca tra il lettore e il testo (l’Interactive Reading Model, Rumelhart, 1977). Tra queste strategie si distingue l’annotazione, o sottolineatura, del testo, ossia una modalità di lettura attiva che consente di selezionare e codificare informazioni chiave.

L’annotazione può focalizzarsi su diversi aspetti: identificare idee principali, evidenziare termini sconosciuti o analizzare elementi linguistici. Questo approccio favorisce una maggiore interazione con il testo, supportata da rappresentazioni visive che organizzano e consolidano i contenuti (Duke & Pearson, 2002). In particolare, le annotazioni fungono da segnali utili durante la lettura, la revisione e la memorizzazione (Tseng & Chen, 2016); questo avviene anche in ambiente digitale (Chiu-Jung & Pei-Lin, 2012, Azmuddin et al., 2020) mantenendo alta l’attenzione del lettore. Questa strategia riduce il rischio di “fake-reading”, il fenomeno per cui leggiamo passando gli occhi sul testo mentre la nostra mente è altrove (Tseng & Chen, 2015) e ha un effetto sul ritmo di lettura: il processo viene rallentato, poiché richiede pause per riflettere e decidere cosa sottolineare, riducendo il carico cognitivo (Chun & Payne, 2004) e stimolando una comprensione più critica (Johnson et al., 2010).

In conclusione, le tecnologie non determinano il nostro modo di leggere, ma ci offrono strumenti per espandere le possibilità della lettura. La sfida sta nel trovare un equilibrio, valorizzando sia la profondità analitica della lettura su carta sia l’agilità e la versatilità della lettura su schermo.

Riflessioni

Future Education Modena, tramite la sua presenza capillare nelle scuola e alla sua vocazione di ricerca e sviluppo, crea un ponte tra i migliori risultati della ricerca e i luoghi dell’educazione. Come tale può portare nelle classi l’innovazione informata dalla ricerca e viceversa, informare la ricerca tramite le esperienze concrete di formazione nelle scuole.

La domanda a cui rispondere è: come integrare al meglio l’uso di entrambi i supporti per promuovere comprensione e apprendimento?

FEM ha approfondito il tema della “Lettura su carta o su schermo”, maturando un punto di vista informato dalla pratica di ricerca applicata nelle attività di didattica, formazione e divulgazione.

Se da un lato la tecnologia offre vantaggi significativi, è altresì fondamentale trovare un equilibrio tra l’uso del digitale e la pratica della lettura profonda. È quindi essenziale incorporare abitudini che favoriscano la riflessione critica e l’analisi dettagliata delle informazioni: interagire col testo annotando ciò che viene letto e portare le buone pratiche della lettura su carta anche sul mezzo digitale.

Per usare le parole della neuroscienziata Maryanne Wolf, autrice di Reader, Come Home: The Reading Brain in a Digital World, “Il nostro obiettivo ultimo è lo sviluppo di un cervello davvero bi-alfabetizzato, capace di assegnare tempo e attenzione alle abilità di lettura profonda, a prescindere dal mezzo usato”.

Wolf propone infatti un modello di bilinguismo nella lettura, ossia di insegnare a passare da una modalità di lettura all’altra quando le circostanze lo richiedono, come effettuare uno switch tra un codice linguistico e un altro (Wolf, 2018).

L’approccio di Baron suggerisce di coltivare le pratiche di lettura seguendo un framework denominato “La piramide alimentare della lettura” (Baron, 2021*)*. Il paragone che traccia Baron è con la classica rappresentazione della dieta ideale: parafrasandola, FEM ha disegnato la piramide della lettura dell’era digitale, che vede alla base la necessità di leggere tanto, mantenendo nel tempo questa sana abitudine.

Salendo nella piramide troviamo l’opportunità di concentrarsi sul testo attraverso varie modalità di interazione come l’annotazione, su carta così come su schermo.

Infine, in cima, sta la scelta del mezzo su cui si legge, che dovrebbe sempre essere guidata dall’obiettivo per cui lo si fa.

Andrebbe quindi promossa una competenza critica che permetta di scegliere il medium più adatto in base al contesto.

Infatti, come ci ricordano gli psicologi James Gibson e Donald Norman, le affordances, ossia gli aspetti di un oggetto che lo rendano utile ad uno scopo, condizionano i nostri comportamenti. Conoscere le affordances di ogni strumento ci permette di valorizzare la lettura come processo dinamico e flessibile.

Il nostro obiettivo ultimo è lo sviluppo di un cervello davvero bi-alfabetizzato, capace di assegnare tempo e attenzione alle abilità di lettura profonda, a prescindere dal mezzo usato.
Wolf, 2018

Docenti ed educatori devono quindi superare la visione dicotomica della lettura e considerare una prospettiva più ampia che abbracci la complessità dei processi cognitivi in gioco, promuovendo un uso complementare di carta e schermo per una lettura consapevole e adattiva.

Strategie

La tecnologia offre vantaggi educativi inimmaginabili sino a qualche anno fa. D’altro canto, occorre continuare a esercitare la comprensione profonda, il cui mezzo preferenziale rimane la carta. Come si può decidere quindi quando favorire l’uno o l’altro approccio? In FEM crediamo che la soluzione stia nello scegliere il mezzo a partire dall’obiettivo didattico; in questo modo, quando il mezzo digitale è scelto ed è utilizzato, non è subìto o fine a sé stesso perché più comodo o rapido, bensì risponde a un preciso scopo educativo.

L’approccio FEM per coniugare le potenzialità del digitale con le necessità di comprensione profonda si basa sulla tecnica dell’annotazione. La ricerca scientifica dimostra che questa strategia di lettura è capace di stimolare la comprensione profonda, l’attenzione e l’astrazione dei significati.

Comprensione

annotare il testo con le etichette lo arricchisce di informazioni descrittive nuove che ne fanno emergere struttura e significati.

Attenzione

interagire attivamente con il testo promuove la concentrazione durante la lettura, contrariamente alle più comuni attività di comprensione che vengono svolte dopo la lettura.

Astrazione

rallentare la lettura per intervenire sul testo favorisce l’emergere di significati impliciti e non letterali, noto tallone d’Achille degli studenti.


In FEM siamo convinti che il futuro dell’educazione linguistica passi per un’integrazione sapiente tra carta e digitale, in cui l’innovazione tecnologica sia strettamente legata a finalità didattiche chiare.

Su queste basi FEM ha adottato un modello di intervento supportato da una piattaforma che si basa sull’annotazione digitale e l’analisi linguistica con lo scopo di interagire con il testo in modo profondo, in contesto digitale, per scopi di apprendimento, analisi e formazione. In un ambiente digitale dedicato, Linda, si può lavorare in maniera attiva sulla comprensione del testo: l’annotazione permette cioè di indirizzare l’attenzione verso parole o gruppi di parole, evidenziandone il valore semantico, morfologico, sintattico o pragmatico mediante l’uso di etichette colorate.

Questo approccio mira a ridurre il divario tra la lettura su supporto cartaceo e le potenzialità offerte dal digitale, rafforzando al contempo le competenze linguistiche. L’ambiente digitale facilita l’analisi linguistica (grammaticale, logica e del periodo) attraverso strumenti automatizzati che permettono la creazione e la modifica di frasi e testi, anche con il supporto dell’Intelligenza Artificiale. Grazie a queste funzionalità, è possibile ottimizzare il processo didattico: le soluzioni agli esercizi vengono generate automaticamente e i compiti degli studenti corretti in modo autonomo, liberando così tempo per il docente, che può proporre un numero maggiore di esercizi, offrendo così agli studenti più opportunità di pratica, migliorando l’efficacia complessiva dell’apprendimento.

Per innovare l’insegnamento delle competenze linguistiche, FEM ha progettato il Laboratorio Linguistico Digitale, un percorso formativo per docenti di lingua italiana e lingue straniere. Questo laboratorio adotta un approccio sperimentale all’insegnamento delle competenze linguistiche che integra testi digitali scritti e contenuti multimodali (immagini, audio e video) per avvicinare gli studenti al loro agire quotidiano come lettori e fruitori digitali, includendo formati come post sui social, video e notizie online.

In conclusione, incoraggiamo a utilizzare soluzioni pratiche ed efficaci per allenare la comprensione del testo, creando percorsi di apprendimento sempre più personalizzati e orientati allo sviluppo delle competenze linguistiche fondamentali ai lettori di domani.

Bibliografia - Sitografia

  • Altamura, L., Vargas, C., & Salmeron, L. (2023). Do new forms of Reading pay off? A Meta-analysis on the relationship between leisure digital Reading habits and text comprehension. Review of Educational Research, 00346543231216463.

  • Azmuddin, R.A.A., Nor, N.F.M., & Hamat, A. (2020). Facilitating online reading comprehension in enhanced learning environment using digital annotation tools.

  • IAFOR Journal of Education, 8(2), 7-27.

  • Baron, N. (2021). How we read now: Strategic choices for print, screen, and audio. Oxford University Press.

  • Carioli, S. (2013). La lettura online come nuova dimensione della literacy. Formazione & insegnamento, 11(3), 189-198.

  • Chiu-Jung, C., & Pei-Lin, L. (2012). Comparisons of learner-generated versus instructor provided multimedia annotations. Turkish Online Journal of Educational Technology, 11(4), 72–83.

  • Chun, D.M., & Payne, J.S. (2004). What makes students click: Working memory and lookup behavior. System, 32(4), 481–503. link

  • Delgado, P., Vargas, C., Ackerman, R., & Salmerón, L. (2018). Don’t throw away your printed books: A meta-analysis on the effects of reading media on reading comprehension. Educational research review, 25, 23-38.

  • Duke, N.K., & Pearson, P.D. (2002). Effective practices for developing reading comprehension. In A. Farstrup & S. Samuels (Eds.), What research has to say about reading instruction (pp. 205–242). Newark, DE: International Reading Association.

  • Halamish, V., & Elbaz, E. (2020). Children’s reading comprehension and metacomprehension on screen versus on paper. Computers & Education, 145, 103737.

  • Hayles, N. K. (2010). How we read: Close, hyper, machine. ADE bulletin, 150(18), 62-79.

  • Johnson, T. E., Archibald, T. N., & Tenenbaum, G. (2010). Individual and team annotation effects on students’ reading comprehension, critical thinking, and meta-cognitive skills. Computers in human behavior, 26(6), 1496-1507.

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Riconosco quotidianamente la “mentalità digitale” che i miei studenti portano anche nella lettura su carta. Ma non è necessariamente negativo! Adoro come definiscono il “cervello bi-literate” capace di passare da una modalità all’altra.

Mi ha colpito in particolare la “piramide alimentare della lettura” e l’idea che la scelta del supporto debba dipendere dall’obiettivo didattico. Nel mio caso, uso spesso supporti digitali per ricerche rapide e carta per analisi approfondite.

Mi piacerebbe sentire come altre persone bilanciano carta e digitale nella loro esperienza? Se qualcuno ha notato differenze nella comprensione? :blush:

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