Siamo felici di presentare il secondo volume della nostra collana “Ad Hoc Papers — For diving deep, when needed”. Dopo il successo del primo paper dedicato alla lettura e alle sue trasformazioni nell’era digitale, ci siamo concentrati su un tema che ci sta particolarmente a cuore: il complesso rapporto tra tecnologia, attenzione e apprendimento.
Il nostro nuovo studio, curato dal team di neuroscienze, affronta una questione cruciale del nostro tempo: come la tecnologia sta cambiando non solo il modo in cui accediamo alle informazioni, ma anche come le elaboriamo, le memorizziamo e, in definitiva, come pensiamo.
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Ad Hoc Papers FEI — To tech or not to tech (1,3 MB)
La ricerca che abbiamo condotto rivela dati che ci hanno sorpreso: la nostra attenzione si è ridotta da 12 a 8 secondi in poco più di un decennio. E quel multitasking di cui si va così orgogliosi? In realtà ci fa perdere il 40% della produttività. Solo il 2,5% delle persone riesce effettivamente a svolgere più attività contemporaneamente senza una significativa perdita di efficienza.
Ancora più interessante è scoprire come una semplice notifica possa distrarci per ben 23 minuti, o come il 95% degli studenti interrompa lo studio ogni 3 minuti per controllare il telefono. Questi comportamenti non sono casuali: derivano da una profonda trasformazione nel modo in cui la nostra mente distribuisce e gestisce l’attenzione in un ambiente saturo di stimoli.
Ma, si sa: non siamo qui per demonizzare la tecnologia. In FEM crediamo che il punto non sia se la tecnologia sia buona o cattiva, ma come possiamo usarla consapevolmente. Nel paper condividiamo strategie pratiche per gestire meglio la nostra attenzione in questo mondo iperconnesso, dalla creazione di spazi di lavoro ottimizzati per la concentrazione profonda alle tecniche per ridurre l’affaticamento cognitivo.
Nei nostri lab stiamo già sperimentando ambienti di apprendimento che potenziano la concentrazione, applicando queste scoperte nella pratica quotidiana. Attraverso il design di spazi fisici e digitali pensati per rispettare i limiti naturali del cervello, stiamo sviluppando metodologie che consentono di sfruttare il meglio della tecnologia minimizzandone i potenziali effetti negativi.
La discussione su come equilibrare innovazione tecnologica e benessere cognitivo è appena iniziata, e crediamo tutti dovremmo partecipare. Iniziamo?