🎙 Rubrica: “Le interviste della profgiornalista” 2° appuntamento

:spiral_calendar: E’ arrivato lunedì!

:question: Volete sapere chi ho :studio_microphone: intervistato per il nostro secondo appuntamento?

:face_with_monocle: Un indizio? Esistono le notizie “belle”. :smiley:

:question: Lo sapevate? :question: Volete approfondire?

:studio_microphone: Allora non mi resta che presentarvi la mia cara amica @Assunta_Corbo .

Assunta Corbo è giornalista, autrice e fondatrice del Constructive Network, rete di professionisti impegnati nella divulgazione del giornalismo costruttivo in Italia. È Trainer Certificata del Solutions Journalism Network, autrice di Empatia Digitale, saggio sulla comunicazione e co-autrice di “Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società”. È direttrice responsabile di News48, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo e delle soluzioni.

Intervista

Annamaria - Assunta vorrei subito chiederti, vista l’informazione attuale: oggi esistono le notizie belle, quelle rassicuranti, notizie che non ti fanno sempre cadere nello sconforto?

Assunta - Esistono ed è importante raccontarle. L’informazione main stream continua a proporre storie e fatti che fanno leva sugli istinti primordiali della paura, della rabbia e della frustrazione. Ma questo tipo di informazione, oggi che sono aumentate le fonti e i mezzi, non può più funzionare. È quella che sta mandando nel baratro il giornalismo. Le persone hanno perso credibilità nei giornalisti e fiducia nella società. Proporre notizie che raccontino anche le soluzioni ai problemi del nostro tempo è fondamentale per recuperare sentimenti di speranza concreta. Abbiamo bisogno di conoscere anche l’altra parte della storia: quella che racconta di persone che stanno costruendo e di comunità che fanno la differenza sul pianeta.

Annamaria - Sei una giornalista con una visione diversa, parli e operi nel giornalismo costruttivo. Quali differenze dal giornalismo tradizionale?

Assunta - Il giornalismo costruttivo propone un’Inversione a U dell’informazione. Un ritorno ai principi e ai valori che appartengono alla professione e che si sono persi nel corso dei decenni. Il giornalismo tradizionale è orientato al problema e ci offre un feedback della nostra società sempre molto negativo. Il giornalismo costruttivo è consapevole di questi problemi ma concentra la narrazione sulle soluzioni e si prende cura dell’uso delle parole. Mi ha conquistata proprio il profondo rispetto che ha per il pubblico e per le storie.

Annamaria - Parli spesso di cambiare il punto di vista e se siamo capaci e pronti a cambiarlo. Quale sforzo dobbiamo fare e perché farlo, a quali risultati ci porterebbe?

Assunta - Credo che lo sforzo principale sia quello di cambiar mindset e accogliere la possibilità di un cambiamento importante. Come professionisti dell’informazione occorre avere il coraggio di andare contro corrente e di proporre un giornalismo di approfondimento. Come pubblico occorre comprendere che è terminato il tempo dell’informazione passiva: oggi le storie si vanno a cercare, le fonti sono innumerevoli, le scelte sono possibili. Quindi cambiare punto di vista significa allenare il pensiero critico ed esplorare il mondo dell’informazione in modo proattivo. Il risultato è indubbiamente un benessere emotivo, psicologico e fisico notevole. Le notizie che leggiamo determinano la nostra percezione della realtà. E di conseguenza il nostro stare nel mondo.

Annamaria - Immagino di voler spiegare ai miei studenti il giornalismo costruttivo e di chiedere loro di scrivere un articolo che abbia tutti i connotati per essere definito costruttivo. Quali sono le “regole”, gli elementi fondamentali e quali tecniche utilizzare?

Assunta - La prima cosa è trovare un tema che ci sta a cuore o che emerge fortemente nella comunità che abitiamo. A questo punto è importante definire il contesto con dati ed elementi che raccontano il problema che si sta vivendo. Il passo successivo è raccontare una storia di soluzione a questo problema ricordandosi di mettere l’attenzione su questi passaggi: quali dati confermano che questa è una soluzione? Come possiamo replicarla altrove? Quali sono i limiti della soluzione di cui tenere conto? Infine, la parte finale dell’articolo, si può concentrare sulle lezioni apprese da questa storia. All’interno del pezzo è bene sempre inserire le voci dei protagonisti e di esperti che possano aiutarci a completare la narrazione. Lo strumento fondamentale di questo tipo di viaggio nella storia sono le domande: non bastano mai!

Ringrazio @Assunta_Corbo per averci accompagnato in questo, se pur breve, viaggio nel mondo del giornalismo costruttivo e soprattutto di averci dato qualche spunto per poter subito in classe provare a costruire con i nostri studenti delle storie di soluzioni.

Ringrazio ancora @Assunta_Corbo per aver accettato di prendere parte alla nostra Community. Grazie, Assunta!

Ci vediamo il prossimo lunedì! :wink:

Non perdetevi le interviste della @profgiornalista


Prima Ed. del Learning More Festival - Intervento di Assunta Corbo

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Grazie @annamaria.bove per le tue domande che riescono a far emergere i principi in cui crediamo. Sono felice di essere qui nella Community.

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Felice di averti con noi. @Assunta_Corbo

Molto interessante l’approccio “costruttivo” al giornalismo ed in generale l’atteggiamento a cercare e trovare possibili soluzioni alle situazioni che possono verificarsi. La tendenza alla rassegnazione e alla passività difronte all’imprevisto è un esercizio che pratichiamo da diversi lustri e ci ha reso fragili ed esposti.
Riuscire a proporre soluzioni, alternative o un accordo ci rende più esigenti e preparati ad essere critici…grazie Assunta per il tuo lavoro…e grazie Annamaria per la tua rubrica

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Grazie @Nicola_Gabai sono felice che questa rubrica dedicata alle interviste susciti interesse e non solo. Cerco attraverso l’intervista di portare all’attenzione di tutti i membri della community argomenti importanti che possano anche ispirare, coinvolgere, motivare e suggerire attività da svolgere in classe con i nostri studenti.

Grazie per aver condiviso questo importante messaggio. Purtroppo noi umani siamo spesso programmati per concentrarsi più sui negativi che positivi (per i benefici evolutivi), ma purtroppo le nostre menti non si sono adattate al fatto che molti di noi non hanno più bisogno di essere consapevoli di essere attaccati da orsi e lupi nella natura selvaggia!

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@Alexander.Green Alex non perderti l’intervista di oggi!