🎙 "Le interviste della profgiornalista" 3° appuntamento

:studio_microphone: È lunedì!

:question: Vi ricorda qualcosa?

:pushpin: È la giornata dedicata alle interviste ed oggi ho un’intervista speciale. Dico bene, S-P-E-C-I-A-L-E.

:smiley: Ora vi spiego il perché è speciale senza troppi giri di parole.

:studio_microphone: Ho intervisto la mia carissima amica @simo, la quale ha anche accettato di entrare a far parte della nostra Community. @Simo_Pozzi lavora spesso nel metaverso e non potevo non accettare il suo invito ad un’intervista nel suo spazio d’azione.

:question: Ma chi è Simonetta Pozzi? Simonetta si definisce una narratrice fan di tech, una storyteller un po’ geek che coniuga l’amore per la narrazione classica con la tecnologia più innovativa (extended reality). È consulente e formatrice specializzata nel digitale e nel corporate storytelling e in realtà virtuale ed aumentata. Dal 2020 si occupa di mondi immersivi e con un team realizza mondi per aziende, occupandosi del project management, content e gestione del cliente. Attualmente ricopre anche l’incarico di Presidente dell’Associazione Nazionale Formatori del Piemonte e Valle d’Aosta.

Per saperne di più su Simonetta Pozzi vi invito a visitare le pagine del suo sito

:pushpin: La nostra intervista ruota fondamentalmente intorno ad una pubblicazione di Simonetta dal titolo “Women in the metaverse” ma non mancano riferimenti alle tecniche narrative e quali possono essere gli attuali sbocchi dei giovani nel mondo del lavoro e quali sono, secondo Simonetta, che lavora a stretto contatto con dirigenti e CEO di diverse aziende sul nostro territorio nazionale, i settori trainanti.

Annamaria
Come nasce l’idea di scrivere questo libro?

Simonetta
Il libro nasce da subito come progetto di empowerment femminile. Eravamo in pieno lockdown, strade vuote, città deserte e persone che cantavano alla sera sui balconi. ‘Andrà tutto bene’ scrivevamo sugli striscioni appesi fuori dai condomini, ma in realtà nulla stava andando bene.

Noi donne eravamo in grande difficoltà, perché, come sempre, eravamo le uniche a badare alle persone più fragili della famiglia e ai figli che, con le scuole chiuse, seguivano le lezioni online. Il nostro disagio aumentava di mese in mese e non era compreso da molte aziende. Alcune di noi hanno dovuto mettere in secondo piano la propria attività e altre sono state costrette a lasciare il lavoro.

In quei lunghi mesi di isolamento e di apprensione ho percepito molto forte il ‘grido’ di dolore e lo smarrimento delle donne e ho pensato di dare un segnale di speranza con esempi di vita, con role model di donne che avevano cambiato la loro esistenza grazie alla tecnologia. C’era una speranza e potevamo approfittare di quei periodi per studiare, riprendere in mano la nostra esistenza che tante volte non ci soddisfaceva anche prima dell’epidemia di Covid.

Avevo già iniziato ad intervistare alcune professioniste che avevo conosciuto , grazie alla mia attività di consulente e formatrice XR, nel metaverso e su LinkedIn e ho pensato di riunire queste voci di donne in un ebook.

Vi chiederete perché ho scelto il formato ‘ebook’. Per arrivare più facilmente alle nuove generazioni più digitalizzate che leggono in velocità e spesso in mobilità e per fornire tanti link per approfondire. Il ricavato delle vendite torna alle donne tramite l’Associazione Zonta per creare delle borse di studio in materie STEM.

Annamaria
Quali le donne protagoniste e perché la loro scelta? (storie di donne che ispirano donne)

Simonetta
L’ebook è un viaggio tra storie di donne che, appassionate di tecnologia, hanno scelto lavori meno convenzionali nel mondo STEM, inserito la realtà estesa nella loro professione e sperimentato i mondi immersivi.

Ho voluto rendere protagoniste le professioniste che spesso ‘lavorano nell’ombra’, hanno meno opportunità dei colleghi maschi e non vengono chiamate a partecipare ai tavoli tecnici o come relatrici ai convegni.

Proprio l’altro giorno ho letto un post su LinkedIn che riportava un articolo del quotidiano La Repubblica: “Il G7 “dimentica” le donne: al tavolo tutti uomini per parlare di agricoltura e pesca”. Nel mondo XR, che ho conosciuto bene negli ultimi 5 anni, lavorano e sono attive molte donne, di cui spesso non si conosce il nome e le competenze. Negli ultimi anni si parla molto di inclusione, di pari opportunità, ma, nonostante i proclami, i corsi e le certificazioni, viviamo ancora discriminazioni.

Per il progetto la scelta è caduta su 9 donne per l’edizione in lingua italiana e 13 per quella aggiornata in lingua inglese. La fascia di età delle protagoniste va dai 25 agli oltre 55 anni con professioni differenti, proprio per permettere alle lettrici di identificarsi.

Sono donne che lavorano in vari settori: dalla scuola alle agenzie pubblicitarie, dall’ambito sanitario all’education, dal gaming all’arte, ecc.

Nella prima edizione, rivolta ad un pubblico esclusivamente nazionale, ho selezionato professioniste italiane, ad eccezione di un’artista britannica in VR.

Dalle vite personali e professionali si può trarre ispirazione per comprendere che il metaverso, ancora in costruzione, è un ambito dove le donne possono esprimere la loro creatività, capacità organizzativa ed imprenditoriale.

Annamaria
Quale struttura narrativa hai adottato e come hai applicato la struttura che hai scelto al tuo libro?

Simonetta
Ricordate la struttura narrativa in 3 atti? Nelle interviste ho cercato di coinvolgere le professioniste a narrare sé stesse non solo per la loro attività, ma soprattutto per le loro aspirazioni, le prime esperienze con il visore o con la tecnologia, le motivazioni delle loro scelte professionali, le difficoltà incontrate e gli ostacoli superati e, infine, la loro ‘rinascita’ grazie alla tecnologia.

Se pensiamo al progetto “Women in the metaverse” possiamo individuare le figure tipiche della narrazione più classica.

Le lettrici sono le ‘Eroine’ che possono lasciare la comfort zone ed iniziare un cambiamento e le intervistate assumono il ruolo di ‘Mentori’ che accompagnano e guidano la trasformazione appena iniziata.

La crisi del lavoro femminile in particolare durante la pandemia, la scarsa conoscenza di nuove professioni, di materie tecniche e del Metaverso sono alcune delle ‘Difficoltà da superare’.

Il momento peggiore e più drammatico o ‘Climax’ si raggiunge con la perdita del lavoro o l’esigenza di cambiarlo, oppure nella scelta di un nuovo percorso di studio.

L’ebook rappresenta ‘Oggetto magico’ che aiuta a conoscere ed ispira, favorendo un cambiamento ed il superamento dell’incertezza.

La conoscenza, la crescita dell’autostima e la scoperta di strade spesso ancora sconosciute diventano quindi il Premio o Tesoro.

Tutte le storie sono collegate da un filo rosso e nell’edizione italiana alla fine di ogni intervista trovate una frase d’ispirazione che incoraggia le lettrici a iniziare o a proseguire il percorso.

Con questo ebook ho voluto costruire ponti tra le generazioni, portare un contributo concreto all’empowerment femminile con un progetto fatto da donne per le donne.

Annamaria
Ma soprattutto perché narrazione e Metaverso?

Simonetta
La narrazione dà senso alla realtà in cui viviamo, ma anche ai mondi immersivi dove amiamo incontrarci per lavoro o per svago. I gamers sanno bene quanto la narrazione sia importante per coinvolgere gli utenti, creare l’atmosfera, aumentare la connessione tra virtuale e umano. Ovviamente lo storytelling è differente, in quanto gli utenti possono muoversi liberamente all’interno degli ambienti, interagire tra di loro e con gli NPC, compiere azioni e provare in qualche modo emozioni. Diventa quindi fondamentale guidare il giocatore attraverso l’utilizzo dei suoni, delle luci, di personaggi che accompagnano nell’esperienza.

Negli ultimi mesi la diffusione dell’intelligenza artificiale ha reso molto più coinvolgente la narrazione, sia perché ha semplificato e velocizzato il lavoro dei creator nella progettazione degli ambienti e nell’utilizzo del suono che può essere diverso da ambiente ad ambiente sia per la maggiore personalizzazione dell’esperienza. Il text-to-image viene già utilizzato, ad esempio dalla piattaforma Ready Player Me, per creare abbigliamento personalizzato per gli avatar.

Annamaria
Al termine della nostra chiacchierata, ti chiedo, Simonetta, cosa ti senti di dire alle giovani donne che noi docenti formiamo nelle nostre classi e che presto faranno scelte legate all’università o entreranno direttamente nel mondo del lavoro?

Simonetta
Consiglio a tutte di avvicinarsi alle tecnologie con curiosità ed ‘apertura mentale’ per cogliere le opportunità offerte dal cambiamento in atto. Sperimentare e conoscere l’XR e il metaverso, studiare e praticare l’intelligenza artificiale possono essere elementi distintivi in fase di colloqui già oggi, tenendo presente che la tecnologia è un mezzo e non il fine.

Acquisendo queste competenze saremo libere di scegliere professioni meno conosciute e più innovative. Non dobbiamo aver paura di rischiare e intraprendere nuove sfide.

Le professioni STEM e soprattutto quelle legate alle tecnologie immersive, blockchain, AI consentono di entrare più facilmente nel mondo del lavoro e di ridurre il gender pay gap che è ancora tristemente elevato nel nostro paese. L’ACLI aveva infatti confermato che il gap retributivo tra uomini e donne è quasi pari con le lauree STEM: 18,2% tra le donne e 20,7 % tra gli uomini.

Lasciamoci ispirare dalla frase di Michelle Obama : ‘Don’t be afraid. Be focused. Be determined. Be hopeful. Be empowered.’

Ringrazio Simonetta Pozzi per la nostra splendida chiacchierata e per avermi invitato nel metaverso per dar vita ad un’intervista davvero speciale.

Se volete approfondire e sostenere il progetto potete acquistare l’ebook su tutte le piattaforme online tra cui

Youcanprint

Amazon

Le foto che vi mostriamo le abbiamo scattate (o meglio abbiamo fatto degli screenshot) durante l’intervista e ci sono anche immagini di noi due nell’aula che Simonetta utilizza per le sue lezioni.





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Con queste interviste, il lunedì diventa uno dei miei giorni preferiti della settimana.

È anche bello vedere alcuni dei modi in cui queste nuove tecnologie e modalità di comunicazione possono promuovere l’inclusività e incoraggiare le persone a provare cose che altrimenti potrebbero non fare dato il loro tradizionale ruolo sociale. Non vedo l’ora di leggere il libro!