"Le cose che abbiamo in comune sono 4.850 ", cantava Daniele Silvestri. E le parole che abbiamo in comune? Molte lingue latine condividono la medesima etimologia e, pertanto, la stessa parola in lingue diverse risulta simile: “vino” rimane “vino” anche in spagnolo, diventa "vin"in francese e rumeno, “vinho” in portoghese.
Acquisire consapevolezza sulle differenze e le similarità fra lingue può rivelarsi un metodo didattico molto efficace per l’insegnamento delle lingue. Questo metodo, conosciuto come “linguistica contrastiva”, risulta particolarmente utile in classi multilingue, dove la comparazione fra la stessa parola in lingue diverse sollecita la riflessione negli studenti e stimola le loro capacità di analisi metalinguistica.
Oltre che per la didattica del lessico, questo approccio può essere utilizzato anche per riflettere su strutture sintattiche, modi di dire, ecc.
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E voi, avete mai utilizzato la linguistica contrastiva per insegnare le lingue, o come metodo per far riflettere su delle parole italiane?