E se gli LLM potessero aiutarci a leggere meglio l'arte?

L’AI può scrivere critiche d’arte come un esperto umano?

Un nuovo studio dell’Università di Nagoya ha testato se i Large Language Models (LLM - i sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT) riescano a produrre critiche d’arte credibili.

L’esperimento

I ricercatori hanno creato “Composer”, un sistema basato su GPT-4 che segue il metodo critico di Noël Carroll (filosofo dell’arte). Questo metodo prevede 7 passaggi: descrizione, classificazione, contestualizzazione, spiegazione dei simboli, interpretazione, analisi tecnica e valutazione.

Per garantire un confronto equo, hanno sviluppato un processo rigoroso: l’AI doveva analizzare solo opere non troppo famose (per evitare di riprodurre critiche memorizzate), mentre le critiche umane esistenti venivano riformattate per rimuovere informazioni non deducibili visivamente, come il nome dell’artista o date precise.

Hanno poi sottoposto a 60 visitatori di una mostra scientifica delle coppie di critiche, una scritta da esperti umani, l’altra generata dall’AI, chiedendo di indovinare quale fosse quale fosse quella creata da un umano e viceversa.

Nella foto si può osservare nel dettaglio lo svolgimento del test!

I risultati

Le persone hanno indovinato correttamente solo nel 51,4% dei casi. Secondo i criteri del Test di Turing, l’AI ha quindi “passato” l’esame: è riuscita a convincere più del 30% delle persone di essere umana.

Quando è stato chiesto il motivo delle loro scelte, i partecipanti si sono concentrati principalmente su “conoscenza e contenuto” (41,9%) piuttosto che su aspetti linguistici superficiali, dimostrando che il test ha effettivamente misurato la qualità interpretativa.

Possibili implicazioni per la didattica

Opportunità:

  • Analisi immediate di qualsiasi opera per studenti principianti

  • Supporto nella preparazione di materiali didattici

  • Accesso democratico alla critica d’arte

Rischi:

  • Rischio di dipendenza tecnologica invece di sviluppare senso critico autonomo

  • Possibile omogeneizzazione delle interpretazioni

  • Il “paradosso dell’AI generativa”: produce contenuti esperti senza vera comprensione

Conclusione

L’AI può diventare uno strumento didattico utile, ma va usata come punto di partenza per discussioni, non come sostituto del pensiero critico. In particolare, gli LLM possono funzionare come ottimi scaffold, ovvero supporti temporanei che aiutano gli studenti a costruire gradualmente le proprie competenze di lettura delle opere d’arte, fornendo strutture interpretative che poi possono essere interiorizzate e superate. La vera sfida consiste nel valorizzarne le potenzialità, mantenendo al centro lo sviluppo della sensibilità estetica autonoma degli studenti.

E tu cosa ne pensi?

intelligenza-artific arte-in-digitale

2 Mi Piace