Tutor artificiale o naturale?

I progressi nell’intelligenza artificiale generativa stanno sempre più mostrando un grande potenziale per migliorare l’apprendimento. Tuttavia, si sa ancora poco su come questa nuova tecnologia dovrebbe essere utilizzata e quanto possa essere efficace. Un recente studio, randomizzato e controllato, ha misurato l’apprendimento degli studenti universitari e le loro percezioni confrontando il contenuto presentato tramite un tutor basato sull’intelligenza artificiale con quello di una classe tradizionale di apprendimento attivo. Il tutor “artificiale” non era però una IA generica, come ChatGPT, ma un sistema progettato appositamente per l’insegnamento, con istruzioni derivanti dai più moderni approcci evidence-based.

Quali sono stati i risultati? Gli studenti nella classe tradizionale con apprendimento attivo, in media, imparavano molto e superavano i test di verifica. L’apprendimento attivo, com’è noto, è una strategia efficace per favorire la memorizzazione e la comprensione profonda del materiale. Tuttavia, chi utilizzava la IA apprendeva ancora meglio: più del doppio e in meno tempo. Ma non è tutto. Questi studenti si sentivano anche più coinvolti e motivati nello studio e nella risoluzione di problemi complessi.

Ci sono quindi sempre più prove che i tutor artificiali, se impiegati correttamente, possono avere un impatto significativo sull’apprendimento e sull’engagement degli studenti. Tuttavia, è fondamentale che i tutor AI siano allineati alle migliori pratiche pedagogiche per garantirne l’efficacia.

Resta da capire se questi risultati siano generalizzabili, se siano osservabili anche in studenti più giovani o neurodivergenti e quali possano essere gli effetti a lungo termine.

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