Procrastinazione? Meglio evitarla

La procrastinazione è un fenomeno che molti di noi conoscono bene, sia personalmente che osservandolo nei nostri studenti. Procrastinare sembra essere stressante per la maggior parte delle persone e i cosiddetti “procrastinatori cronici” hanno maggiori probabilità di avere problemi di salute, un basso benessere generale e difficoltà economiche. Sebbene esistano diverse ragioni per cui procrastiniamo, un recente studio ha esaminato i processi mentali alla base della decisione di iniziare o posticipare un compito.

Quando ci troviamo di fronte a un compito, tendiamo istintivamente a soppesare rapidamente i pro e i contro. Alcune persone danno naturalmente più peso agli aspetti positivi, altre a quelli negativi. Chi ha una tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi, un fenomeno noto come “bias della negatività”, è più incline a rimandare, specialmente se ha un basso autocontrollo. Gli studenti con un forte bias della negatività potrebbero quindi essere più propensi a procrastinare, concentrandosi eccessivamente sugli aspetti spiacevoli dei compiti da fare.

Comprendere che alcuni studenti sono più inclini a vedere gli aspetti negativi di un compito può aiutare a progettare strategie di intervento mirate.
Lo studio infatti ha dimostrato che è possibile “ricalibrare” il bias di negatività attraverso esercizi specifici, portando a una riduzione della procrastinazione.

Ecco alcuni consigli pratici da considerare:
-Incoraggiate gli studenti a riflettere sui pro e i contro dei compiti in modo equilibrato.
-Incorporate attività che rafforzino l’autocontrollo (tecnica del pomodoro, tecniche di respirazione, giochi di pianificazione e decisioni simulate).
-Aiutate gli studenti a sviluppare la capacità di fermarsi e riflettere prima di decidere se rimandare un compito (5 minuti di riflessione, la ruota delle emozioni, mindfulness).
-Promuovete un ambiente che riduca il carico cognitivo durante le decisioni importanti (obiettivi chiari, tecniche di organizzazione del lavoro, suddivisione dei compiti complessi in parti più gestibili).

In conclusione, ricordiamo che la procrastinazione può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e sugli risultati scolastici. Con una maggiore comprensione dei processi cognitivi coinvolti, possiamo aiutare i nostri studenti a sviluppare strategie efficaci per superare questo ostacolo.

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Grazie, è sempre utile e importante sapere come funziona la nostra mente, specialmente considerando gli effetti che qualcosa come procrasination può avere sulla vostra felicità e sui successi.

Mi interesserebbe sapere come sono cambiati i tassi di procrastinazione a causa della digitalizzazione e dell’accesso che le persone ora hanno a distrazioni infinite sulla punta delle dita (e spesso sullo stesso dispositivo che stanno usando per il loro lavoro). Sarebbe interessante vedere se sia la quantità totale di procrastinazione e anche la frequenza con cui le persone stanno proscrivendo sono cambiate, in particolare.

Sarei anche interessato a sapere se ci sono differenze tra le culture e i paesi nel tasso di procrastinazione, sulla base di questo. Per esempio, i britannici come me sono (credo) orientati verso il negativo (se chiedete a un britannico come sta andando la loro giornata, la risposta non è mai ‘buona’, ma invece ‘non male’). Traduce in più procrastinazione? Non lo so