La scienza di come motivare gli adolescenti

Non è un segreto che lavorare con gli adolescenti possa essere una sfida. Ma cosa succederebbe se il problema non fosse che gli adolescenti sono difficili, piuttosto che non ci stiamo approcciando a loro nel modo giusto? La ricerca evidenziata nel libro di David Yeager “10 to 25: The science of motivating young people”, offre una nuova prospettiva e fornisce alcuni strumenti utili.

Mentre si dice spesso che il cervello degli adolescenti non è completamente sviluppato, gli studi dimostrano che hanno anche priorità diverse dagli adulti. Sono più motivati da ricompense sociali come status, rispetto e autonomia, cose che gli adulti spesso non assecondano.

Gli insegnanti, come i genitori, possono ritrovarsi a rimproverare spesso gli studenti. Ma secondo la ricerca, il rimprovero non funziona. Anzi, ha l’effetto opposto, innescando intense emozioni negative e bloccando le aree del cervello responsabili del pensiero critico e della pianificazione. Per comunicare davvero con gli studenti, l’autore ci suggerisce di adottare una prospettiva da mentore e incoraggiare gli studenti a svolgere compiti, anche quelli spiacevoli, usando il “Metodo Vegemite”. È un approccio in quattro fasi da usare con gli adolescenti per ottenere la loro collaborazione:

Chiedi, non dire: Rispetta la loro autonomia ed evita di provocare resistenza. Ad esempio, invece di dire “Fai i compiti ora”, prova “Qual è il tuo piano per fare i compiti?”.
Onora la loro competenza: Lascia che decidano i dettagli su come completare il compito, in modo che sembri meno un ordine.
Convalida i loro sentimenti: Riconosci che il compito potrebbe essere difficile o noioso, piuttosto che ignorare le loro lamentele.
Presumi l’agency: Trattali come individui responsabili e capaci. Non usare un tono che trasmetta che non sono affidabili.

Infine, non ci aspettiamo che ogni compito susciterà gioia. Invece, aiutiamo gli studenti a vedere lo scopo e il significato dietro il loro lavoro. Cerchiamo di collegare l’apprendimento a contesti concreti, obiettivi futuri o passioni personali degli studenti. Sottolineiamo come le abilità che imparano a scuola possono aiutarli a cambiare il loro futuro. Se riusciamo a mostrare come il loro lavoro possa aiutarli a diventare una persona che conta, avremo maggiore attenzione da parte loro. Chiediamo suggerimenti anche alle IA per avere buoni esempi da proporre.

Secondo l’autore del libro dobbiamo ricordare che gli adolescenti sono individui complessi. Sono spesso contraddittori, desiderano qualcosa che non sanno bene definire e sono spesso convinti che gli adulti non li capiscano. Eppure, hanno ovviamente una profonda capacità di crescita e potenziale. Il segreto è ricordare che una volta eravamo proprio come loro. Con empatia, pazienza e le strategie delineate sopra, potremo avere una marcia in più per connetterci meglio con loro.

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