L'Insegnante Cronometrista! Il Ruolo del Timer nella Didattica

Quando mi trovo in classe ad insegnare (di solito 2 ore di lezione per circa 150 studenti del primo anno di università) ho accanto allo schermo del computer il mio smartphone con un timer.

Molti insegnanti e studenti conoscono la tecnica del pomodoro, una tecnica che può aiutare a combattere la procrastinazione e pianificare il nostro tempo di studio o lavoro. Tuttavia, usare il timer durante le lezioni può essere di grande aiuto per noi insegnanti. Perché?

Benché molti pensino che pianificare le varie attività in classe con un timer sia un approccio troppo rigido, in realtà presenta diversi vantaggi.

In primo luogo, ci ricorda che dobbiamo cercare di sfruttare al meglio il tempo che abbiamo a disposizione con gli studenti. Quando creo il mio piano della lezione (con tutte le varie fasi di lezione frontale, test, grafici da analizzare, pause, esperimenti, video ecc) considero sempre delle finestre temporali entro le quali svolgere le singole attività. Questo è importante perché, ad esempio, capita frequentemente di essere trascinato dal flusso della spiegazione e dimenticare che, dopo circa mezz’ora, devo fermarmi per fare una pausa o altre attività. Quella mezz’ora per noi insegnanti può sembrare volata, ma per gli studenti potrebbe essere stato un tempo che non finiva mai!

Anche quando propongo dei test formativi (di solito test a risposta multipla online), concedo il doppio del tempo che ci ho messo io stesso per fare il test. Incredibilmente, la maggior parte degli insegnanti crede che bisogna dare molto più tempo, quando in realtà gli studenti terminano molto tempo prima.

Un altro punto importante è quanto tempo dedicare per le domande e le discussioni. Qui si può essere flessibili, perché la discussione può svilupparsi in modo molto interessante, ma bisognerebbe sempre tenerla sotto controllo per non togliere tempo ad altre attività. Se emergono domande particolarmente complicate e interessanti, possiamo annotarcele e dedicare loro uno spazio preciso in una lezione successiva. L’effetto Zeigarnik ci aiuterà a mantenere vivo l’interesse per quell’argomento.

Un’ultima considerazione riguarda l’equità. Usare il timer, e quindi rispettare ciò che abbiamo programmato, aiuterà anche gli studenti più vulnerabili. Se ci lasciamo trascinare dagli eventi, rischiamo di dedicare meno tempo a quelle fasi della lezione importanti per tutti, come il ripasso, le pratiche di gruppo o indipendenti. Così facendo aumenteremo il divario tra gli studenti più veloci e quelli meno veloci. Il timer ci guiderà, quindi, a prendere decisioni migliori e meno impulsive riguardo il materiale da insegnare e le modalità con cui lo forniremo.

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