Può capitare, in molte grandi città, di entrare in un bar ed essere invitati a mettere in pausa i propri dispositivi mobili, come per esempio smartphone o tablet. A dare l’esempio è stato per primo il Café Brecht ad Amsterdam, che ha introdotto “The Offline Club”, e ha trasformato il bar in uno spazio in cui si è invitati a mettere in pausa i propri dispositivi mobili, con l’obiettivo di ritagliare un momento per la condivisione di giochi (da tavolo), libri, musica.
L’iniziativa, creativa, nasce per arginare il dilagante narcisismo digitale. Si tratta di una variante recente di un concetto dalla storia molto più antica, che ha inizio nel passato remotissimo del mito, con la storia del bellissimo giovane figlio di una ninfa che si innamora della sua immagine riflessa nell’acqua, e si immette nella cultura psicologica e poi psicoanalitica nel secolo scorso (il primo uso in questo senso è del 1898, in H. Ellis)
Ma è con l’arrivo dei social network che si diffondono quelle pratiche comunicative fondate su un egocentrismo patologico (Zona, 2015) che hanno indotto i teorici a parlare di cultura del narcisismo e addirittura di un’epidemia del narcisismo (Twenge, Campbell, 2009).
F.O.M.O. (la paura di essere tagliati fuori dagli eventi nel cyber-mondo), Nomofobia (la paura di rimanere senza telefono o senza connessione ad internet), Phubbing, (l’atteggiamento di chi, in compagnia di qualcuno, lo ignora a favore del proprio smartphone) sono solo alcuni dei nuovi ‘disturbi’ legati a queste forme di narcisismo digitale.
La ricerca mostra che di fronte alle minacce costituite dall’iperconnessione, le persone stanno sviluppando strategie creative per riaffermare la loro ‘agency’ online. Queste strategie impegnative, però, spesso falliscono a causa dei limiti predefiniti dell’ambiente digitale. È dunque sul fronte della ricerca e della progettazione che devono essere cercati modi più ‘liberatori’ di pensare lo sviluppo digitale.
Clicca sul link per approfondire il tema degli ambienti digitali liberi: https://www.researchgate.net/publication/364065348_Freedom_and_Constraint_in_Digital_Environments_Implications_for_the_Self