Come l’AI ci insegna a vedere davvero: Augmented Artwork Analysis nei musei europei

L’articolo qui racconta lo sviluppo e l’impatto dell’ Augmented Artwork Analysis (AAA) , un’applicazione creata da un team di ricercatori europei guidato dall’Università del Lussemburgo e dall’Università di Lione 2, in collaborazione con tre grandi musei europei. Il progetto nasce dalla consapevolezza che, in un’epoca invasa dalle immagini, spesso non siamo più abituati a guardare davvero: le vediamo, ma non siamo allenati a leggerle.
AAA è uno strumento digitale che trasforma la visita al museo da esperienza passiva a laboratorio interattivo d’osservazione. Attraverso l’app, i visitatori possono confrontare l’opera che hanno davanti con altre immagini, scoprendo affinità per soggetti, movimento artistico, palette cromatica e temi. L’osservazione non si ferma quindi al quadro ed alla sua didascalia, ma si estende a una rete di relazioni visuali, senza richiedere conoscenze approfondite di storia dell’arte.

Come funziona?

L’app offre due modalità: una basata sulle analisi degli esperti (storici dell’arte e semiologi) e un’altra supportata da intelligenza artificiale, capace di suggerire similitudini secondo criteri automatici. In questo modo, il visitatore può incrociare lo sguardo umano e quello della macchina, sviluppando pensiero critico e curiosità anche senza competenze specialistiche. AAA si pone come strumento educativo per apprendere a vedere e capire il mondo visuale di oggi, in cui l’AI stessa produce immagini e modella il nostro modo di guardare.

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