“L’IA può aiutarci a correggere, ma deve restare uno strumento, non il cuore della nostra missione educativa.”
Il recente orientamento nel Regno Unito permette ai docenti, in via ufficiale, di utilizzare strumenti d’Intelligenza Artificiale per:
- velocizzare la correzione dei compiti,
- automatizzare la scrittura delle comunicazioni con i genitori
(e entrambe vengono viste come “compiti ripetitivi” da alleggerire) facebook.com+1facebook.com+1.
Domande per voi, colleghi:
- Quanto e in che modo l’IA può effettivamente ridurre il carico amministrativo?
- Dove passa la linea tra “aiuto” e “sostituzione” del vostro sguardo professionale?
- Siete preoccupati che possa aumentare le aspettative (e il carico) su di noi: “Se c’è l’IA, puoi farlo più in fretta”?
- Quali sono le attività che davvero valgono il nostro tempo e il nostro coinvolgimento?
Secondo alcuni, l’IA libererebbe tempo prezioso per:
- progettare lezioni più creative,
- dedicarsi all’ascolto e al supporto individuale,
- valorizzare la relazione con gli studenti.
Ma c’è chi avverte: affidare a un algoritmo il feedback, ovvero la parte più “umana” dell’insegnamento, rischia di svuotare davvero la nostra professione.
Vi va di condividere esperienze o dubbi?
Quali strumenti usate già – e con quali risultati? E soprattutto, cosa non potreste mai delegare all’IA?