Un recente studio, denominato SMART Schools , ha esaminato l’impatto delle politiche scolastiche sull’uso dello smartphone e il benessere mentale degli adolescenti. Questa ricerca, condotta in 30 scuole secondarie inglesi, ha confrontato istituti con politiche restrittive (uso ricreativo del telefono non permesso) e permissive (uso ricreativo permesso).
La ricerca non ha trovato prove che le politiche scolastiche restrittive siano associate a un miglior benessere mentale generale negli adolescenti. Il punteggio medio di benessere mentale (misurato con il Warwick-Edinburgh Mental Well-being Scale WEMWBS) non differiva significativamente tra i gruppi di scuole.
Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna differenza nell’uso del telefono e dei social media al di fuori della scuola o nei fine settimana tra i due gruppi di scuole.
Cosa implica questo per noi insegnanti?
Questi risultati suggeriscono che, sebbene le politiche restrittive possano effettivamente ridurre l’uso del telefono e dei social media a scuola, non vi è evidenza che ciò si traduca in un miglioramento del benessere mentale generale degli studenti o in una riduzione complessiva del loro tempo di utilizzo al di fuori della scuola.
La ricerca conclude che le attuali politiche scolastiche che proibiscono l’uso dello smartphone durante l’orario scolastico, nella loro forma attuale, potrebbero non essere sufficienti e richiedono ulteriori sviluppi.
In sintesi, mentre potremmo osservare meno distrazioni legate al telefono in classe grazie a politiche restrittive, è fondamentale considerare che l’impatto sul benessere mentale complessivo e sull’uso totale dei dispositivi dei nostri studenti sembra essere limitato. Questo ci invita a riflettere su approcci diversi, forse più globali, per promuovere il benessere digitale e mentale dei nostri ragazzi, che vadano oltre il semplice divieto a scuola.
https://www.thelancet.com/journals/lanepe/article/PIIS2666-7762(25)00003-1/fulltext