Nel mondo digitale di oggi siamo sommersi da immagini. Ma quante volte ci fermiamo davvero a “leggerle” anziché limitarci a scorrerle?
Il DIG Method (Digital Image Guide) è una strategia di alfabetizzazione visiva pensata per aiutare gli studenti a sviluppare una comprensione critica delle immagini digitali. Ideato per distinguere tra immagini superficiali (shallow images) e immagini profonde (deep images), questo metodo offre un approccio strutturato per analizzare immagini in maniera analitica.
Ecco come funziona:
- Analisi: osserviamo l’immagine in modo oggettivo. Chi o cosa vi è rappresentato? Quali dettagli ci offre il contesto?
- Interpretazione: identifichiamo chi ha creato l’immagine e a chi è destinata. Qual è il messaggio implicito o esplicito?
- Valutazione: riflettiamo su come reagiamo a quell’immagine. Potrebbe essere manipolata o interpretata diversamente da vari gruppi?
- Comprensione: formiamo un giudizio complessivo basato sull’analisi, interpretazione e valutazione dell’immagine. Chiediamoci: “Qual è il vero scopo di questa immagine?”
Come potrebbe risultare rilevante per la storia dell’arte?
Insegnare il DIG Method nelle lezioni di storia dell’arte permette agli studenti di esplorare opere d’arte da una prospettiva contemporanea, migliorando non solo la comprensione delle immagini storiche ma anche quella delle immagini che incontrano ogni giorno nei media digitali. Applicare questo metodo alla storia dell’arte consentirebbe di sviluppare un dialogo tra significati antichi e moderni, tra reazioni emotive e contesto sociale.
Che ne pensate? Quale opera d’arte scegliereste per applicare il DIG Method in classe?
Inoltre, mi piacerebbe coinvolgere @serena.marrandino, esperta di Media Education
Molto interessante. Per capire meglio la metodologia si potrebbe avere qualche riferimento bibliografico?
Buongiorno Alessia,
certo, in particolare ti consiglio di leggere l’articolo “Teaching students to critically read digital images: a visual literacy approach using the DIG method” di Dana Statton Thompson della Murray State University. Lo trovi qui.
Se ti va fammi sapere cosa ne pensi e se ti interessa l’argomento ho anche del materiale sulle Visual Thinking Strategies e l’Artful Thinking Palette sempre da applicare alla didattica dell’arte
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Grazie @leonardo.lodi per il tag!
La tabella che hai condiviso mi risuona molto: le domande poste sono per certi versi molto simili a quelle proposte in attività di media analysis.
Questo è uno di quei casi in cui competenze disciplinari e di cittadinanza si uniscono!
Pensiamo semplicemente a quanto sia importante osservare un’immagine su un quotidiano e analizzarla secondo questi principi, anzhichè esserne semplicemente colpiti da un punto di vista emotivo e reagire d’impulso. In questo caso la storia dell’arte diventa anche una vera e propria “palestra” di cittadinanza digitale consapevole!
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Leonardo,
ho letto l’articolo e lo trovo estremamente interessante. E da tempo che in classe voglio realizzare un “laboratorio di lettura delle immagini” non necessariamente legato alla storia dell’arte . Questo articolo mi ha fornito un metodo da sperimentare, credo che a fine secondo quadrimestre proporrò nelle terze un laboratorio sperimentale in merito. Sono andata a fare delle ricerche e ho trovato il sito web di Dana Statton dedicato alla Visual Literacy e di rimando, grazie alla sezione Frameworks, ho potuto constatare quanto è sviluppa la ricerca in questo settore. Mi interessano anche i tuoi altri materiali sulle Visual Thinking Strategis e l’Artful Thinking Palette. Potresti inviarmi dei riferimenti? Grazie
Ciao Alessia mi fa molto piacere e mi piacerebbe vedere poi i risultati di questo laboratorio sperimentale. , ti segnalo che in Future Education Modena abbiamo un curricolo dedicato ai docenti in cui parlo di VTS e Artful Thinking Palette. Qui il link se vuoi approfondire https://fem.digital/catalogo-2024-2025/pinxit-arte-in-digitale/
Per quanto riguardo le VTS ti allego un articolo in merito molto interessante sulla genesi di questa metodologia qui
Fammi sapere cosa ne pensi.
A presto
Non funziona il link sulle VTS. Potresti inviarmelo di nuovo?
Ciao Alessia, ho solo quel formato per l’articolo, in ogni caso sul tema ci sono diversi articoli interessanti che puoi trovare in internet.
Inoltre, ti aggiungo di guardare queste due pagine in cui la prima è un approfondimento sullo Slow looking che si collega alle VTS mentre la seconda è un esercizio pratico promosso dal New York Times!