Nel film The Social Network (Fincher, 2010), Mark Zuckerberg afferma con decisione che la differenza tra Facebook e gli altri social network sia il fatto che la sua invenzione non cada mai e non debba mai cadere, garantendo così la possibilità di accedervi e di usarla sempre.
Oggigiorno, come sottolinea il filosofo Luciano Floridi, lo stato online/offline dell’utente è sostituito dalla condizione onlife: siamo sempre connessi e le varie piattaforme di comunicazione sono sempre accessibili; per certi versi, non facciamo più caso a questa condizione, se non in quelle rare occasioni in cui si verifica qualche interruzione (con conseguente FOMO).
Tutto ciò però ha un costo significativo in termini di consumo energetico ed evidentemente di impatto sull’ambiente naturale; i colossi del web inquinano e noi, anche se probabilmente non ce ne rendiamo conto, siamo coinvolti in prima persona in questo fenomeno.
Pertanto, in classe può essere utile ideare interventi di carattere mediaeducativo che permettano di sensibilizzare i giovani (ma non solo!) ai temi dell’ambiente e creare così maggiore consapevolezza sul loro rapporto con i media.
Come afferma Pier Cesare Rivoltella, la Media Education “non è più una delle tante educazioni di cui la scuola possa occuparsi, ma si identifica tout court con l’educazione.”
Siamo disposti a rivedere il nostro stile di vita? E’ possibile rivedere il nostro stile di vita? Come affrontare questi argomenti con i più giovani?
Questo è un punto molto importante. Provenendo dall’area di Data Science, è anche vero che tutti i sistemi Big Data utilizzati da tali grandi aziende di social media (così come enormi aziende come Amazon) usano un sacco di energia sia per memorizzare e analizzare i dati, e ho letto gli strumenti AI generative sempre più popolari anche usano un sacco di energia. Mentre molte persone sono felici di utilizzare questi strumenti e integrarli nella loro vita quotidiana, è fondamentale essere consapevoli delle implicazioni per la loro sostenibilità
Grazie mille @Massimo_Atzori per questo contributo.
E’ sicuramente un elemento che spesso viene dimenticato. Abbiamo maggior percezione su quanto possa inquinare un’auto, ma meno su quanto possa inquinare un post sui social, una mail o una conversazione con il nostro caro ChatGPT.
Su questo tema sarei molto curiosa di sentire anche i nostri esperti green @Valeria.Rocco e @davide.ferraresi . Che ne dite? Da questo spunto potremmo tirare fuori un’attività che unisca media education e sostenibilità? ![]()
Quasi dimenticavo! @Massimo_Atzori nel caso in cui tu non l’abbia ancora fatto, puoi presentarti nella sezione Learning Cafè ![]()
Così facciamo un po’ di network, sia con persone di FEM che magari non hai avuto modo di incrociare, sia con altri corsisti e professionisti!
Grazie @serena.marrandino per averci coinvolto. Effettivamente quando usiamo il PC o il cellulare generalmente facciamo attenzione al livello della batteria, per non rimanere sconnessi, e non a quanta energia serva per farlo funzionare. Da qualche anno però si inizia a pensare anche a questo secondo aspetto. Per esempio quando si progetta un sito internet esistono diverse accortezze per renderlo più “leggero” come impatto ambientale e anche come velocità di caricamento. La nostra designer @Claudia_Ciulla sta riprogettando il sito di School of Sustainability seguendo le linee guida dell’approccio sustainable web design